Un libro tira l'altro ....
In questa "storia epistolare dei nostri giorni" tutto comincia con una mail mandata ad un indirizzo sbagliato ed il caso vuole che dietro a questo errore ci sia l’incontro tra due persone che nonostante siano estranei, sanno fare della scrittura un veicolo per i sentimenti. Li si scopre a leggere e rileggere le stesse cose, cercando tra le righe qualcosa in più, dandogli intonazioni e colori diversi. La curiosità della risposta aspettata, dell’effetto sortito dalla questione posta. I battibecchi ironici e piacevoli ed i rimandi a qualcosa di sottinteso, compreso, forse sperato, da entrambi. Le pause di silenzio che creano smarrimento. I sentimenti virtuali che si toccano attraverso le parole, si schermiscono, si allontanano impauriti per poi esplodere toccandosi a distanza. Senza volti certi, almeno per un po’, senza voce, senza contatto con la realtà quotidiana, chiusi e nascosti tra vocaboli scelti con la cura di chi desidera arrivino all’altro. E ciò che ne consegue è che come spesso accade in questi rapporti virtuali arriva il momento in cui la mancanza del potersi vedere e toccare, del conoscere e percepire con tutti i cinque sensi, mette da parte la vita reale e spera che quello che si è scritto diventi tangibile con la stessa intensità con cui lo si è vissuto nelle parole.
Chi desidera andare nel verso giusto dovrebbe partire da “Le ho mai raccontato del vento del Nord” e poi leggere “La settima Onda” (di Daniel Glattauer), ma devo ammettere che fare il contrario, come è capitato a me, non toglie niente al gusto di leggere questi due libri. Piacevolmente leggeri ed intriganti (per chi ha un pizzico di romanticismo), stuzzicano la curiosità del vedere come va a finire. Ci punzecchiano anche su quello che noi ogni tanto creiamo nel nostro navigare virtuale, conoscere persone solo attraverso il computer, mantenere le distanze, aumentarle o accorciarle, a volte andare oltre.
Chi desidera andare nel verso giusto dovrebbe partire da “Le ho mai raccontato del vento del Nord” e poi leggere “La settima Onda” (di Daniel Glattauer), ma devo ammettere che fare il contrario, come è capitato a me, non toglie niente al gusto di leggere questi due libri. Piacevolmente leggeri ed intriganti (per chi ha un pizzico di romanticismo), stuzzicano la curiosità del vedere come va a finire. Ci punzecchiano anche su quello che noi ogni tanto creiamo nel nostro navigare virtuale, conoscere persone solo attraverso il computer, mantenere le distanze, aumentarle o accorciarle, a volte andare oltre.
Commenti
PAt
per Patty ... la settima onda l'ho letto in due giorni nelle vacanze di Natale, non riuscivo a smettere e non sapevo nemmeno come era cominciata tra i due! Andrò a cercare Il quinto giorno. Buona giornata
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